PIANO ARIA E CLIMA
#PianoAriaeClima Raccolta pubblica di osservazioni
I a.2.2.2) Gli ossidi di azoto (NO2, NOx)
Gli ossidi di azoto che causano inquinamento atmosferico sono il monossido (NO) e il biossido (NO2). La presenza in atmosfera di NO (inquinante primario) e NO2 (inquinante secondario) è dovuta essenzialmente a processi di combustione. In particolare, la loro formazione dipende dal tenore di ossigeno e dalla temperatura raggiunta in camera di combustione. Le principali sorgenti di ossidi di azoto sono legate al settore dei trasporti e dagli impianti termici (centrali di potenza e impianti di riscaldamento).
Effetti sulla salute e sulla vegetazione
L’esposizione ad alte concentrazioni di ossidi di azoto lede le vie respiratorie profonde, riducendo la funzionalità polmonare e degli alveoli polmonari (edema polmonare); a basse concentrazioni, provoca irritazione alle mucose. L’esposizione a NO2 provoca inoltre un aumento della suscettibilità a infezioni batteriche e virali.
Recentemente sono stati riscontrati possibili effetti dell’NO2 sulla funzionalità dell’apparato cardiovascolare: ischemie, aritmie e scompensi cardiaci.
Per quanto riguarda gli effetti sulla vegetazione, gli ossidi di azoto diminuiscono la velocità di fotosintesi e causano la formazione di necrosi fogliari. Gli NOx contribuiscono alle cosiddette “piogge acide”, che provocano danni alla vegetazione e accumulo di nitrati al suolo e nelle acque (eutrofizzazione), nonché alla formazione del cosiddetto “smog fotochimico”, agendo da precursori per la formazione di ozono troposferico. È importante infine il ruolo degli NOx come precursori del particolato secondario.
Stato delle concentrazioni misurate e analisi del trend storico
Le figure 17 e 18 mostrano la situazione al 2019 e il trend storico dei parametri analizzati.
VEDI PRIMA E SECONDA IMMAGINE ALLEGATA (Figura17, Figura18)
Medie annue urbane. La media annuale delle concentrazioni di NO2 a Milano nel 2019 è di 44 µg/m3, collocandosi ancora oltre il valore-limite UE e quello delle Linee-guida OMS. Le concentrazioni maggiori si registrano presso le stazioni da traffico, in particolare quella di v.le Marche. L’andamento delle concentrazioni medie annuali di NO2 a Milano è in calo progressivo dal 1990 a oggi.
Numero dei superamenti annui urbani. Il numero massimo di ore in cui la concentrazione media oraria di NO2 ha superato il valore-limite per la protezione della salute umana (pari a 200 µg/m3: Direttiva 2008/50/CE) è stato 5, valore rilevato nella stazione “da traffico” di viale Liguria. Il valore è inferiore a quello ammesso dalla normativa per la tutela della salute umana (18 volte/anno), ma superiore alle Linee-guida OMS che non ammettono superamenti di questa soglia.
Una sintesi grafica raffigura la situazione al 2019 rispetto ai valori-limite UE e alle Linee-guida dell’OMS.
VEDI TERZA IMMAGINE ALLEGATA (Figura19)
Rappresentazione spaziale
La figura 20 riporta la distribuzione delle concentrazioni di NO2 nel territorio regionale, pubblicate da ARPA sull’ultimo rapporto sulla qualità dell’aria a Milano (fonte: ARPA, 2018). I valori massimi delle concentrazioni sono in corrispondenza delle aree a più alta densità di traffico.
VEDI QUARTA IMMAGINE ALLEGATA (Figura20)
Una valutazione modellistica delle concentrazioni di NO2 a Milano nel 2011 (fig. 21) rivela inoltre, grazie al dettaglio fino a 50 metri, le peculiarità della distribuzione spaziale di questo inquinante, che riflettono le caratteristiche delle emissioni locali distribuite sul territorio. È importante il ruolo che sembra avere sulle concentrazioni di NO2 nella parte orientale della città la presenza della tangenziale Est, che interseca il territorio urbano.
VEDI QUINTA IMMAGINE ALLEGATA (Figura21)
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