PIANO ARIA E CLIMA
#PianoAriaeClima Raccolta pubblica di osservazioni
I a.3.2.2) I settori
I paragrafi successivi riportano i consumi e le emissioni ripartiti per singoli comparti energetici afferenti ai diversi settori:
→ settore civile, in cui confluiscono i consumi per il riscalda- mento e per la produzione di acqua calda sanitaria
→ attività terziarie e produttive, inclusivi di usi elettrici e di processo
→ settore dei trasporti.
Settore civile
Il periodo 2005-2017 ha registrato un calo consistente dei consumi civili: -17% circa nei consumi per riscaldamento (principalmente per rinnovamento degli impianti termici e l’introduzione delle valvole termostatiche) e -17,5% circa nei consumi elettrici negli usi domestici (nonostante un incremento della domanda di climatizzazione estiva).
VEDI PRIMA IMMAGINE ALLEGATA (Figura43)
In particolare, una riduzione del 76% ha interessato i consumi di gasolio da riscaldamento. Il forte calo (in parte compensato dall’aumento dei consumi di gas naturale) è frutto della sostituzione degli impianti a gasolio, perlopiù con impianti a gas e in minor percentuale con il teleriscaldamento (TLR). Oltre alla convenienza economica, hanno favorito questa trasformazione progressiva diverse forme di incentivazione attivate nel tempo a livello nazionale, regionale e comunale, nell’ambito di politiche di tutela della qualità dell’aria.
La variazione nei consumi, sia in termini quantitativi che di vettore utilizzato (con un passaggio a vettori a minor impatto), ha abbassato del 19% le emissioni di CO2 nel settore civile.
VEDI SECONDA IMMAGINE ALLEGATA (Figura44)
Settore terziario e produttivo
Gli usi energetici correlati alle attività produttive e al settore terziario sono costituti dagli usi elettrici e dagli usi di gas naturale per i processi produttivi. Il peso degli usi elettrici è preponderante: 95% nel 2005 e 97% nel 2017. Il consumo di energia nel terziario e per le attività produttive è sceso del 10% fra il 2005 e il 2017, con un calo dell’8% dei consumi elettrici e del 5.3% delle emissioni di CO2.
VEDI TERZA IMMAGINE ALLEGATA (Figura45)
Per valutare l’entità dei consumi energetici nel settore terziario e produttivo e i diversi tipi di attività che il settore comprende (uffici, commercio, sanità, istruzione ecc.), un primo calcolo considera la ripartizione tra le diverse categorie di consumo. Quelli elettrici costituiscono la voce prevalente (fino al 97%) in quest’ambito. La stima si basa sui dati di superficie registrati ai fini della TARI per le unità del commercio e servizi, ripartiti per categoria di attività. Successivamente, i consumi sono stimati attribuendo a ciascuna categoria un valore di consumo elettrico specifico (kWh/m2), ricavato da dati medi di diagnosi energetiche e studi di settore*.
VEDI QUARTA IMMAGINE ALLEGATA (Figura46)
L’analisi dei dati di consumo elettrico ricostruiti per le diverse categorie di attività (fig. 47) evidenzia le categorie produttive che più incidono sui consumi: magazzini (23,9%), uffici/direzionale (21,2%), ristorazione e supermercati (15,1%), commercio non alimentare (13,8%).
VEDI QUINTA IMMAGINE ALLEGATA (Figura47)
* ENEA (2017), Studio delle diagnosi energetiche per la Grande Distribuzione Organizzata; ENEA-Assoimmobiliare (2019), Benchmark di consumo energetico degli edifici per uffici in Italia.
Settore dei trasporti
Nel periodo 2005-2017, il settore trasporti vede ridursi del 17% i consumi, e della stessa percentuale le emissioni di CO2. In particolare, calano i consumi di benzina (-39%) e di gasolio (-7 %) mentre aumenta il GPL a uso autotrazione, che sale a circa otto volte il valore del 2005 e nel 2017 copre il 5% dei consumi (nel grafico, il GPL è ricompreso nella voce Altro).
VEDI SESTA E SETTIMA IMMAGINE ALLEGATA (Figura48, Figura49)
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