PIANO ARIA E CLIMA
#PianoAriaeClima Raccolta pubblica di osservazioni
I a.1.2) Il rischio idraulico
La corretta gestione del deflusso delle acque in ambito urbano è un fattore cruciale della capacità di adattamento ai cambiamenti climatici. In uno scenario in cui la portata e l’andamento delle precipitazioni hanno subito notevoli variazioni, le città devono poter governare sia le condizioni di scarsità sia quelle di eccedenza (con i conseguenti dissesti idrogeologici), anche ricostituendo il naturale ciclo delle acque in ambito urbano, dove il processo è particolarmente denaturalizzato a causa dell’elevata impermeabilizzazione derivante dall’urbanizzazione.
Milano ha un indice consumo di suolo del 70% (fonte: PGT, Piano di Governo del Territorio) e una bassa permeabilità. Questo comporta un aumento del deflusso superficiale delle acque (“surface runoff”) e, di conseguenza, della quantità d’acqua che raggiunge la rete di drenaggio. Sebbene questa rete a Milano sia molto interconnessa, e consenta in condizioni normali di smaltire velocemente grandi quantità d’acqua, le precipitazioni intense (sempre più frequenti) ne provocano la saturazione. Ciò rallenta lo smaltimento delle acque, causando rigurgiti fognari e allagamenti. Tutto questo fa salire i costi di manutenzione dell’infrastruttura di smaltimento e depurazione delle acque, producendo inoltre effetti a catena anche su altre infrastrutture, sull’ambiente naturale e costruito e sulle persone, influenzando negativamente ritmi e attività della città.
Il profilo climatico locale rivela che negli ultimi anni è aumentato il numero delle giornate annue con pioggia estrema. L’impatto più rilevante, però, è quello connesso alla distribuzione degli eventi estremi, che non mostra differenze stagionali significative: il 31% dei giorni con pioggia intensa si manifestano in primavera, il 28% in autunno, il 22% in inverno, il 24% in estate. Infine, la pioggia non cade uniformemente su tutto il territorio, ma in modo eterogeneo nelle diverse aree. Precipitazioni molto intense concentrate in un brevissimo intervallo di tempo costituiscono un grosso rischio per la città.
L’urbanizzazione e l’impermeabilizzazione del suolo possono alterare significativamente le prestazioni idrauliche di una data geomorfologia, limitando il naturale assorbimento delle acque meteoriche da parte della vegetazione e del suolo. Questo favorisce l’incremento dei volumi idrici derivanti dal fenomeno del runoff urbano (scorrimento delle acque piovane sulla superficie dovuto ai fattori succitati). Il rischio di alluvione aumenta di conseguenza.
Fig. 4: Propensione all’impatto da allagamento urbano espressa in classi qualitative, per la Città Metropolitana di Milano (elaborazione di Denis Maragno e Gianfranco Pozzer, Università Iuav di Venezia)
Il rischio alluvionale e le esondazioni fluviali sono spesso considerati separatamente rispetto all’allagamento causato da pioggia intensa ed eventi meteorici estremi. È necessario invece valutare queste dinamiche in ottica sistemica all’interno degli strumenti di piano e di gestione del rischio. Una visione intersettoriale deve tutelare le prestazioni idrauliche dei suoli ponderando e stimando i tassi di infiltrazione a scala di bacino idrogeologico.
Un’analisi del rischio idraulico fluviale per Milano è presente nel Piano di Governo del Territorio. Individua una serie di aree a cui sono associati diversi livelli di rischio e, in loro corrispondenza, formula prescrizioni urbanistiche. Ciò costituisce un livello analitico di particolare importanza: riconosce in quali aree il rischio di esondazione fluviale è più alto e dove, di conseguenza, il sistema urbano è più esposto al deflusso superficiale. Le aree a maggior rischio sono quelle del Seveso (area nord di Milano, quartiere di Niguarda) e del Lambro (area est).
L’analisi del comportamento delle acque rispetto alle caratteristiche orografiche e litologiche di Milano riprende una metodologia del Planning Climate Change Lab dell’Università Iuav di Venezia per la stima della correlazione esistente tra runoff (deflusso), impermeabilizzazione e geomorfologia (usi, suoli, altimetrie). Questo approccio consente di generare nuovi scenari conoscitivi di modellizzazione, valutazione e mappa- tura del rischio, evidenziando le variazioni d’uso più influenti sulle prestazioni idrauliche dei suoli. Lo studio è verificato mediante un modello statistico che associa gli usi del suolo alle caratteristiche fisiche e morfologiche del territorio. L’indagine analizza le caratteristiche geomorfologiche dei suoli che più condizionano la capacità d’assorbimento delle acque di precipitazione, identificando la criticità idraulica delle diverse aree.
Lo studio ha interessato l’intera Città Metropolitana (fig. 4). Fornisce una base utile per un monitoraggio costante dello stato di salute del sistema idraulico metropolitano, nel quadro dell’obiettivo di ridurre la sensibilità del territorio e migliorarne la capacità di adattamento. La mappa mostra chiaramente come le aree urbanizzate di Milano siano tra quelle che più richiedono interventi di deimpermeabilizzazione.
VEDI IMMAGINE ALLEGATA (Figura4)
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